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IN RICORDO DI MARCELLO GALLO – DI BENIAMINO MIGLIUCCI

IN RICORDO DI MARCELLO GALLO – DI BENIAMINO MIGLIUCCI

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IN RICORDO DI MARCELLO GALLO

di Beniamino Migliucci*

Il ricordo di Marcello Gallo del Past President UCPI Beniamino Migliucci, quell’invito rivolto all’accademia a “sporcarsi le mani”, cioè a prendere posizione sulle questioni di politica giudiziaria senza ritrosia o timore, la presidenza onoraria UCPI conferitagli a Cagliari nel 2015 e altri preziosi ricordi della persona.

Ho conosciuto personalmente Marcello, grazie ad Anna Chiusano, in occasione della mia candidatura alla presidenza dell’Unione nel 2014. Aveva letto il nostro programma. Gli erano piaciute le nostre intenzioni, l’attenzione ai giovani, il tentativo di dare attuazione al giusto processo, la difesa del principio di legalità. È così decise di onorarci scrivendo alcune sublimi pagine che impreziosirono il nostro programma. Mi sembrava di sognare. Nell’occasione disse anche che era giunto il momento per l’accademia di “sporcarsi le mani”, cioè di prendere posizione sulle questioni di politica giudiziaria senza ritrosia o timore. Una visione coraggiosa e illuminata. La riflessione della dottrina non può, per sua natura, essere neutrale deve schierarsi dalla parte di un diritto e di un processo giusto, equo e liberale e difenderlo Questa affermazione Marcello la ha ripetuta più volte pubblicamente. Grazie anche a questo tanti amici accademici si sono avvicinati all’Unione offrendo il loro contributo alla crescita della nostra associazione.

Il primo incontro è stato a casa sua con Anna Chiusano. Aperitivo a base di pizzette e vino rosso abbastanza forte, conclusione con il suo – e il mio – dolce preferito: la cassata accompagnata da un goccio di whisky “perché fa bene”. Il tutto condito da una conversazione affascinante. Non solo diritto, cose della vita affrontate con fresca lucidità e spirito. Si, perché Marcello era anche spiritoso, moderno, arguto. Prevedeva sempre quello che l’interlocutore voleva dire o addirittura pensava. Ci sono state altre occasioni e altri pranzi a casa di Marcello, sempre con lo stesso affettuoso rituale. Ogni volta uscivamo arricchiti, ma questo è naturale. Quello che invece non è scontato è che ti sentivi accarezzato dai suoi modi affettuosi e dalla sua saggezza.

Oggi ho riascoltato la sua lezione magistrale al congresso di Cagliari del 2015 quando gli conferimmo la presidenza onoraria dell’Unione insieme a un altro grande Maestro, Delfino Siracusano. Ascoltatelo. Marcello è straordinario. Il suo pensiero geniale, attuale, limpido: “il principio dell’argomento deve sempre prevalere su quello di autorità”, “la norma penale non è né sostanziale, né processuale è norma reale  che impone un approccio unitario alla fenomenologia penalistica” ed ancora “nel processo inquisitorio la garanzia è  vista come un peso inutile”, “non basta giudicare, ma bisogna giudicare attenendosi a certi canoni … non mi stanco di reagire all’idea che il testo va abbandonato o che è soltanto un elemento del contesto alla stregua del quale va effettuato un certo giudizio, quindi una funzione secondaria delle legge scritta, l’accento non sulle regole, ma sul giudizio”. Perle, si tratta di perle di insegnamenti, di stelle polari su cui fondare e orientare il ragionamento politico.

Durante il percorso della giunta da me presieduta Marcello ci è stato accanto, prodigo di generose indicazioni, mai con supponenza, sempre con la delicatezza e la modestia che appartengono ai grandi Maestri e ai grandi uomini. Non solo, mi ha rincuorato nei momenti difficili e credete non è poco. Lo ricorderò sempre come bene prezioso. Marcello ha anche inaugurato nel 2015 il nostro corso di alta formazione, altra pagina indimenticabile che dimostra l’attenzione e la generosità verso i più giovani.

Avverto ora un malessere, che si aggiunge al grande dispiacere della sua perdita, per non avere parlato con Marcello negli ultimi tempi e per non averlo salutato. Solo una distrazione forse, o il pensiero che Marcello fosse indistruttibile e ci sarebbe stata una prossima occasione. Non so, sono giustificazioni che non convincono. So solo che capisco ciò che già sapevo, ma che non si impara mai a sufficienza. Si dedica tanto tempo a cose inutili, si corre, ci si affanna e spesso si perde di vista quello che importa davvero, coltivare gli affetti, chiacchierare con un amico, rivolgergli un saluto, abbracciarlo. L’unica consolazione è che sono convinto che Marcello mi avrebbe scusato con i suoi modi che non lasciano spazio ai fronzoli, ma nel contempo affettuosi: “Dai Beniamino” – avrebbe detto – “pensa ad altro, capita, non potevi prevedere …”. È vero, capita, ma sarebbe bene non capitasse. Grazie anche per questo.

Ciao Marcello, Maestro di tutti, scusami ancora.

 

*Past President dell’Unione Camere Penali Italiane, Presidente della Fondazione UCPI