Enter your keyword

UNA NUOVA AVVENTURA di Fabio Alonzi

UNA NUOVA AVVENTURA di Fabio Alonzi

di Fabio Alonzi

Precisamente quattro anni fa, con il numero 0, è iniziata la pubblicazione della nostra newsletter, con la quale ci siamo prefissi lo scopo di fornire un servizio ai nostri colleghi, pubblicando in tempo reale le novità normative, dottrinali e giurisprudenziali. Non volevamo tuttavia limitarci a fare solo informazione, volevamo soprattutto fare uscire dall’ombra principi e massime che rimangono troppo spesso sommersi e ai quali non viene data la giusta visibilità.

Le massime riportate nelle banche dati esistenti, pubbliche e private, offrono difatti una visione parziale del complesso e ricco panorama giurisprudenziale. Al di là delle ipotesi, non frequenti, nelle quali la massima pubblicata, in realtà, non è aderente agli effettivi contenuti della decisione, in un numero significativo di casi, molti “principi di diritto”, contenuti nei provvedimenti della Cassazione, non vengono massimati.

Massimare una decisione non è sicuramente opera facile, richiede una forte capacità di sintesi ed un grande acume giuridico, difficoltà che giustificano possibili errori. Ma massimare una sentenza è anche e soprattutto una attività altamente discrezionale frutto delle scelte di chi opera questa importante sintesi. In ogni decisione di legittimità vi possono essere ben più di un principio di diritto. Decidere a quale dare rilievo è evidentemente questione di scelta.

Le analisi che abbiamo svolto sul campo, sicuramente parziali non avendo la possibilità materiale di leggere tutte le decisioni della Cassazione, ci hanno comunque mostrato che spesso a rimanere nell’ombra erano proprio alcuni principi di diritto che assumono rilevanza, direttamente o anche solo indirettamente, per le prerogative difensive.

Di qui la decisione di far emergere il sommerso “massimando in proprio” le decisioni della Suprema corte nel tentativo di fare quella che, negli anni settanta, si sarebbe chiamata “controinformazione”.

In questi quattro anni di vita del nostro gruppo di lavoro anche il legislatore, con le nuove disposizioni introdotte nell’art. 618 c.p.p., si è occupato dell’attività nomofilattica della Cassazione attribuendo “gerarchico rilievo” alle decisioni delle Sezioni unite alle quali è ora attribuito il ruolo di filtro “vincolante” di ogni possibile mutamento giurisprudenziale.

Una innovazione che, tra le altre, porta con sé il serio rischio di un irrigidimento della giurisprudenza di legittimità, qualora il più Alto consesso di piazza Cavour si dimostri poco incline a tornare sui suoi passi.

È per questo che ci è parso opportuno, proprio in relazione alle decisioni delle Sezioni unite di pubblicare, in ipotesi di contrasti interpretativi, insieme a principi e testo della sentenza, una breve scheda che riassumesse gli orientamenti in contrapposizione. Una scelta dettata dalla necessità di fornire la conoscenza delle diverse letture proposte in ambito giurisprudenziale sulle questioni di diritto maggiormente significative.

Nel nuovo assetto nomofilattico che si delinea dopo la riforma Orlando la vincolatività del precedente delle Sezioni unite è destinato a riverberare i suoi effetti anche sull’ammissibilità degli atti di ricorso. A differenza delle decisioni delle sezioni semplici che si discostino dal decisum del Supremo collegio, per le quali non sembra invocabile una sanzione processuale, in ipotesi di ricorso la stessa può essere agevolmente individuata nella inammissibilità per manifesta infondatezza dei motivi. Ed allora diviene importante conoscere i termini e le ragioni a sostegno degli orientamenti poi composti, per tornare a misurarsi con questi e verificare così, per non finire tra le aguzze cesoie dell’inammissibilità, se esiste ancora uno spazio per la riproposizione di una questione che allo stato è stata superata e far escludere così la manifesta infondatezza dell’atto di impugnazione. Il formante giurisprudenziale non vive, e non può vivere, di certezze definitive. Ogni soluzione interpretativa è condizionata dalla forza delle ragioni che la sostengono e che può non essere più soddisfacente per il sopraggiungere di una semplice innovazione normativa.

Di qui l’attenzione per le diverse letture interpretative proposte in sede di legittimità su ogni questione controversa. Piccole cose ma che ci sono apparse utili per far sì che, anche ogni avvocato, possa partecipare consapevolmente a quello che, con un po’ di enfasi, è stato definito il circuito orizzontale della nomofilachia.

Sempre con lo stesso spirito di servizio ci apprestiamo a partecipare, con la nostra newsletter, a questa nuova iniziativa editoriale dando il nostro piccolo contributo di conoscenza. Per offrirne sempre di più chiediamo il supporto di ogni lettore di Diritto di difesa che invitiamo ad una collaborazione per così dire “esterna” suggerendoci l’inserimento nel nostro quindicinale delle decisioni della Cassazione di propria conoscenza sfuggite ad ogni forma di pubblicazione e di divulgazione. Ve ne saremo molto grati.

Un grande in bocca al lupo al nuovo direttore e buon lavoro a tutti.